Un sasso, tra tanti sassi, se ne stava sulla riva del fiume. Tutti brillavano sotto un sole afosi di quel pomeriggio di agosto, ma quel sasso no. Non era molto grosso, era levigato dall’acqua e aveva una perfetta forma ovale, ma non scintillava, davvero no.
Un bel gruppetto di bambini assai vivaci si trovò a passare da lì. Cercavano delle pietre preziose da collezionare passeggiando sulla riva del fiume.
“Guarda come brilla questo! E’ un quarzo rosa!”, fece uno di questi.
“ Io ho trovato una vera pirite!”, rispose l’altro e in tono canzonatorio.
Tutti portavano dei sacchetti quasi pieni e vi riponevano, man mano, sempre più tesori.
Ovviamente, nessuno si curò di quel sasso tondo. La sua opacità non lo rendeva per nulla attraente agli occhi.
Presto, quell’allegro gruppetto tornò da dove era venuto portandosi dietro un gran caos, schiamazzi, e borse così pesanti da far cedere i manici.
Qualche ora dopo, passò di lì un vecchietto con un grosso cane al guinzaglio. Lo lasciò presto libero di bagnarsi nel fiume. Si soffermò ad osservarlo mentre scodinzolava felice e giocava nell’acqua in un continuo entrare e uscire, scrollandosi e rituffandosi in continuazione.
Lo sguardo di quell’uomo cadde per caso sul sasso grigio: ne era stato incuriosito dalla forma.
Pensò che potesse essere un antico cimelo che il fiume aveva appena deciso di trascinare a riva.
L’ometto si chinò a fatica, nonostante il male di ossa che ormai era diventato una costante e fedele compagnia, quasi quanto quella del suo cane. Con estrema sorpresa, mentre lo afferrò rigirandolo per ammirarlo meglio, vi poté scorgere un’impronta marcata particolare, il calco di una strana e grossa conchiglia di fiume proprio sul lato che sprofondava nella terra.
I bambini, appena tornati a casa, si sbarazzarono di tutti i sassi che avevano raccolto. Purtroppo, asciugando, avevano perso la luminosità e la brillantezza e non luccicavano quasi più, nemmeno sotto il sole.
Decisero quindi di giocare a lanciarli lontano, nel grande campo, al di là della cinta di confine della loro palazzina.
Il vecchietto, invece, alcuni giorni dopo, mostrando il suo ritrovamento ad un conoscente di un amico, un geologo, scoprì di avere tra le mani un fossile raro e molto antico e di grande valore, che un qualsiasi museo avrebbe volentieri acquistato su due piedi.
L’ha ribloggato su Lady Nadia.
Brava come sempre! Nel racconto vedo una precisa morale.
Ciao Ale! 😊 Sono maldestra con alcune funzioni di WP!
Grazie come sempre.
OT ancora una volta ho modificato: Il mondo di Nadia, non “senza categoria” 😀
Mai fermarsi alle apparenze
Brava, un bel racconto, prezioso come il Sasso
Baci da Mistral
Grazie per la tua ormai dimostrata sensibilità.
Ciao!
Interessante è la contrapposizione tra i bambini che osservano solo il luccichio brillante, e il vecchio che apprezza la forma del sasso. I primi sono superficiale, come lo sono i ragazzi, il secondo ha il saggio pensare dell’estetica propria di chi ha vissuto con saggezza la sua vita.
I bambini delusi si disfano dei loro sassi di scarso valore. Il vecchio ha trovato un piccolo tesoro.
Complimenti!
O.T. sto preparando il calendario di aprile. Per te avrei riservato la data del 13 aprile. Va bene?
Giusto! E poi…oltre alla saggezza, è possibile essere più facilmente attratti da qualcosa che ” brilla” rispetto a qualcosa che appare normale.
Ma a volte ciò che luccica fuori può essere insidioso dentro.
Grazie. Va benissimo la nuova data!😊
Essere attrati da ciò che luccica è sinonimo per me di superficialità. Grazie per esserci
interessante…
Grazie Merlino!😊
Bel racconto, con alcuni significati tra le righe che a me piacciono molto. Un saluto. Univers
Grazie mille Univers, sono felice che tu l’abbia apprezzato!😊
Dove è dimostrato che guardare non è osservare e ciò che luccica, non è detto sia oro.
Raga … Io non so voi, ma abbiamo trovato una perla rara.
Wow, grazie!😊
🙂
Hola Nadia, Il sasso un’altra bella metafora che parla di noi, di una bellezza che scompare e di un’ altra che molti non vedono. Nadia! Sei come un arciere che c’entra il bersaglio. ♡☆